Autor: Giorgio Orelli
Giorgio Orelli (Airolo, 25 maggio 1921 – Bellinzona, 10 novembre 2013) è stato il più importante poeta svizzero di lingua italiana del Novecento. Esordisce nel 1944 con la raccolta di poesie Né bianco né viola, grazie alla quale l’anno precedente s’era aggiudicato il Premio Lugano. A partire dagli anni cinquanta, collabora attivamente con diverse riviste letterarie italiane («il verri», «Paragone», «La Fiera letteraria»…) e comincia a essere presentato nelle antologie di poesia italiana contemporanea. Nel 1957 cura la raccolta Poesie scelte di Goethe (seguirà un’edizione accresciuta diciotto anni più tardi). Nel 1960 pubblica una raccolta di racconti dal titolo Un giorno della vita. Due anni dopo, nel 1962, esce L’ora del tempo, una selezione antologica delle sue quattro raccolte di poesia precedenti: da lì in poi i suoi libri di poesia appariranno con intervalli di tempo di almeno dodici anni tra loro. Parallelamente alla sua attività di scrittore, Giorgio Orelli continua a pubblicare articoli e libri di critica letteraria. Il volume Accertamenti verbali, del 1978, può essere considerato il manifesto del suo impegno e del suo interesse per la critica cosiddetta „verbale“, aderente cioè «alla testualità, o semplicemente all’espressività del discorso poetico». Un impegno che gli varrà il titolo di dottore honoris causa, conferitogli dall’Università di Friburgo nel 1979. Tra i numerosi premi e riconoscimenti assegnati a Giorgio Orelli, ricordiamo il Gran Premio Schiller (nel 1988) e il Premio Chiara alla carriera (nel 2001).
Di Orelli le Edizioni Casagrande hanno pubblicato gli scritti di Quel ramo del lago di Como e altri accertamenti manzoniani (1990), le sue letture di Dante, Ariosto e Leopardi in La qualità del senso (2012) e il libro Quasi un abbecedario (2014), a cura di Yari Bernasconi. In occasione dei suoi ottant’anni, nel 2001, è inoltre uscita la raccolta di saggi, testi creativi, traduzioni e ricordi autobiografici a lui dedicati Per Giorgio Orelli, curata da Pietro De Marchi e Paolo Di Stefano.